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Pompei e Paestum


Siti archeologici di fama mondiale

Pompei. con i suoi 44 ettari di area scavata e con il notevole stato di conservazione dei suoi edifici, dovuto al particolare seppellimento (sotto una coltre di lapilli e ceneri alta circa 6 metri) è l'unico sito archeologico che ci restituisce l'immagine di una città romana nella sua interezza. 
Completamente sepolta il 24 agosto del 79, dall’eruzione del Vesuvio, cosi rimase fino alla metà del 1700 quando iniziarono i primi scavi.
Oggi, entrando da Porta Marina, lo sguardo si perde nelle ville; negli affreschi ancora perfettamente conservati; il foro; il tempio di Apollo; quello di Giove; il Macellum, il mercato coperto dove veniva venduto anche il pesce; le terme: tutti quanti ci danno un’idea di come si svolgesse la vita pubblica della città.
Non mancavano edifici per i divertimenti pubblici, come il teatro grande, quello coperto (l’Odeion), l’anfiteatro e privati, come il lupanare, il bordello, decorato con suggestivi affreschi assolutamente espliciti sui costumi sessuali. Infine le case e le ville che nei giardini, nelle stanze decorate, negli affreschi, conservano ancora il segreto di quella vita ormai così lontana che pure il vulcano non è riuscito a cancellare e che sembra quasi sospesa nel tempo.
 
Paestum fondata dai greci intorno al 600 a.E.V., si chiamava inizialmente Poseidonia, da Poseidone, o Nettuno, dio del mare, al quale la città era stata dedicata. Tra il 400 e il 273 avanti fu occupata dalla popolazione italica dei lucani. 
Nel 273 divenne colonia romana col nome di Paestum. Ma è indubbio che la fondazione della città fosse preceduta dall'impianto di una fattoria commerciale sulla sponda sinistra e presso la foce del fiume Silaros e che le condizioni malariche del terreno indussero poi i primitivi coloni a spostare il centro abitato verso oriente, su un banco calcareo leggermente rialzato sulla pianura e sul litorale, lungo il corso di un'altro fiume minore (fiume Salso o Capofiume). Dall'impianto primitivo sul Silaros sviluppò il porto marittimo e fluviale della città e presso di esso sorse il Tempio di Era Argiva, che diventò presto uno dei più grandi e venerati santuari dell'Italia antica: circa 50 stadi separavano la città dallo Heraion e dal suo emporio sul fiume.
La fine dell’Impero Romano coincise grosso modo con la fine della città. Verso il 500 E.V., infatti, in seguito ad un’epidemia di malaria, aggravata dall’insalubrità del territorio, gli abitanti gradualmente abbandonarono la città. 
La riscoperta di Paestum risale al 1762, quando fu costruita la strada moderna che l’attraversa tuttora.